venerdì 3 agosto 2012

Il caffè, John D., ZetaElle e me

Uno dei blog che seguo da sempre è The Endeavour, di John D. Cook. Di solito sono cose che riguardano il mondo dei 'puter, lui è uno tosto in matematica (sì tutti io li trovo) e statistica ma tratta anche altri argomenti. Per me il Texas è lui e la Nasa (OK Houston, I have a problem here).
Per esempio ieri se ne esce con questa roba sulla torrefazione del caffè: Roasting coffee beans.


E qui salta fuori la solita storia: il caffè come si deve non lo sa fare nessuno! Cioè tutti che lo fanno lo fanno a modo loro: sbagliato.

E anche le caffettiere, il discorso sarebbe troppo lungo; per la cronaca da me si usa da sempre la napoletana (è il modo giusto, ovviamente). Quando ero piccolo la mare (il caffè macinato già usato) veniva riciclato una volta mescolandolo a caffè macinato nuovo per il caffelatte del mattino (i contadini facevano colazione con la zuppa di pane, latte e caffè (poco)). Poi la mare veniva usata per i vasi dei gerani (si usava anche la cacca del cavallo).

Il caffè una volta si tostava in casa, da noi c'era ancora, su un solaio con la rümenta, l'apparecchio, ma non l'ho mai visto fare. Invece si comprava il caffè in chicchi e si macinava con il macinacaffè. Poi sono comparsi quelli elettrici, Moulinex e Girrrmi. Mica come ora che ci sono macchine che vogliono le cialde e il Nescafé. E Starbucks (io John D. me lo immagino con quello).

Quando ero giovane c'erano ancora i bar torrefazione (magari ci sono ancora, non qui in cascina dove ormai sono relegato). Tutta un'altra cosa, riuscivi a trovarli anche di notte con un nebbione spesso così.

Che poi la torrefazione mica è una cosa semplice, guarda qua.


Poi il caffè, inteso sia come locale che come bevanda ottimale si sa, e se non lo sapete sappiatelo, è quello di Spiessli.


Uh! Da Spiessli, se non vi serve lei dite "keine milke, bitte"

4 commenti:

  1. ciao Juhan, ecco, di buon caffé me ce ne vorrebbe (o me ne ce ne vorrebbe, mecene... come si dice?????????) uno adesso, ad accompagnare il piacere di rileggerti :-)

    RispondiElimina
  2. Uh, la tostatrice (se ricordo bene, a forma di palla da rugby, si metteva sopra il fornello a gas e si continuava a girare la manovella finché era pronto), il macinacaffè, la napoletana... ritorno bambina!
    A Genova, perlomeno fino a una ventina d'anni fa, c'era molte piccole torrefazioni, ricordo che mia madre comprava una miscela a sua scelta di varie qualità.

    RispondiElimina
  3. Ciao Begonia, bentornata! ho letto il tuo post.

    RispondiElimina