lunedì 31 marzo 2014

La Bergëra - nostalgia


Oggi un tweet di Marco (dovete usare Twitter e seguire Marco, nèh!) mi ha fatto deviare dai buoni propositi della settimana appena iniziata.
Comunque...
E poi sono sicuro, anzi sicurissimo, per non dire sicurissimissimo che piacerà alla mia amica Rosa (e forse anche a Giorgio che non sai mai quello che farà).
Niente traduzione, si capisce benissimo. Non vi dico nemmeno che ombreta viene pronunciata così per ragioni metriche (un po' come l'oceàno del Leopardi), altrimenti sarebbe ombrëta. E il tampinatore è un très joli français.

Due versioni, complementari: comincio con una classica, ottima (à la moda di una volta: prima l'introduzione del tema poi la voce):


e poi i cornajass (una volta sono stato corretto da Zeta: cornacchie non corvi; questi pare che li hanno solo su per i monti della Svizzera (e della Vallée da noi)), versione da piola, dovendo scegliere quella che preferisco (sì, un paio di glitch, ma capita):


Sì, per queste cose cerco di scrivere come si deve. Dubbi su nèh, nèh!

domenica 30 marzo 2014

Vi chiedo un consiglio



Va bene, sono vecchia, d'accordo, sono imbranata, ma certo non vengo molto aiutata dal tipo di marketing deciso dalle grandi compagnie di gadget elettronici...

Mesi fa ho letto che da allora in poi le industrie produttrici di telefoni cellulari, tablet, lettori MP3, macchine fotografiche e quant'altro avrebbero dovuto uniformare i loro caricatori.

Ora, questi sono i caricatori dei cellulari e macchina fotografica che uso:





Le prime due foto si riferiscono ai caricatori di due cellulari di gamma bassa: non sono modelli recenti, anzi il primo ha diversi anni, per cui posso capire che non siano al corrente. Infatti, il cavo  dall'attacco miniUSB  si incorpora al caricatore stesso, in un tutto unico: insomma, poiché oltretutto pare che non esistano due miniUSB uguali (in questo caso infatti sono tutti e 4 diversi), ogni alimentatore può essere usato solo per quel particolare modello.

Gli altri due caricatori sono più moderni e infatti il cavo di alimentazione da un lato ha il miniUSB da inserire nell'apparecchio e dall'altro ha un USB standard da inserire nell'alimentatore.
Insomma, parrebbe finalmente risolto il problema di caricarsi di accessori tutte le volte che si viaggia (vabbè, ora sono molto più leggeri di quelli di vari anni fa, però si gradisce sempre aver minor ingombro).
Però...

Però vedo che l'output, pur essendo in entrambi a 5.0V, in uno è  a 1A, nell'altro a 0,55A.

Ed ecco la mia richiesta di consiglio, rivolta a chi di voi se ne intende: potrei usare l'alimentatore di uno dei due apparati anche per l'altro, cambiando solo il cavo USB-miniUSB?
Lo smartphone ha una batteria a 1.600mAh, mentre la macchina fotografica ce l'ha a 925mAh.

Insomma, psso avere la sicurezza di non  rovinare le batterie usando i caricatori scambiati? (o meglio, portandomene dietro solo uno dei due -quale?- e i due cavi).

O addirittura è meglio usare solo un terzo alimentatore, che intendo comunque comprare?

Si tratta di una batteria esterna, ne esistono di molti tipi e capacità, alcuni possono caricare più di un apparato alla volta, alcuni addirittura perfino un computer portatile, ma io mi accontenterei -per i miei apparatini da poco prezzo e batteria scarsa- di un modello basico che ho visto: offre 2.600mAh di carica, pesa pochi grammi - forse un po' di più dei due alimentatori sommati, però ha il vantaggio di poter caricare gli apparati (magari entrambi uno dopo l'altro) anche in mezzo a un deserto, senza prese elettriche a portata di mano...



o meglio ancora questo (pesa 62 gr. quindi ancor più leggero) con la medesima capacità:



...e sì, dopo l'esperienza di cui vi parlerò nel prossimo post, credo proprio che mi comprerò e porterò sempre in viaggio, ben caricato, questo aggeggino.


Attendo il vostro parere e consigli. Grazie.


Papa buono, papa dolce

Un post (quasi) senza parole. Perché dice tutto l'opera di Mirco della Vecchia maestro cioccolatiere di Belluno ottimamente presentato da Alessandra Battistel.


Appproposito: in seguito al post di Ugo Arrigo Filippo Enrico (spero sia giusto, sapete la Zaime...).
Cos'è che stavo dicendo?
Dunque...
Ah, sì!
Chi pensa di cambiare religione dovrebbe considerare quella di Sua Pastosità il Prodigioso FSM (______________, RAmen), nèh.

E chi andasse a Roma (per pasqua o anche non per pasqua) non lecchi la statua di Papa Francesco di Mirco della Vecchia: di sicuro l'avrà leccata non immaginate chi.

sabato 29 marzo 2014

Religioni

Cerimonia Cao Dai - febbraio 2014 - Vietnam
L'inventiva umana non ha limiti, altro che software e sistemi di programmazione, è nella religione che si scatena davvero la fantasia. Alzi la mano chi ha già sentito parlare della religione Cao Dai? Eppure è la terza del Vietnam con quasi 3 milioni di fedeli. Un bel sincretismo che mette insieme al tradizionale culto antico delle ninfe del boschi, taotismo, confucianesimo e buddhismo come prima polpetta, poi siccome bisogna contentare tutti, c'è cristianesimo, islam e chi più ne ha più ne metta. Tra i santi si possono contare Giovanna d'Arco, Lenin, Shakespeare, Sun Yat Sen e dulcis in fundo Victor Hugo, raffigurato con tanto di aureola e nominato ambasciatore della propaganda religiosa all'estero. Il tempio è copiato come forma da una chiesa cattolica francese (come ovvio) con due bei campanili davanti e tutti i simboli religiosi possibili, cupole, draghi, fenici, con finale logo del grande fratello, un occhio che tutto vede. La cerimonia di mezzogiorno è molto suggestiva e i sai dei fedeli così accattivanti, comprese le acconciature che quasi quasi mi converto. Forse tra tre giorni esatti, numero magico.

Ha anche amici magistrati


Il numero 13 di Famiglia Cristiana, 30 marzo, loro sono più avanti, ha, al solito, la predica di Don Mazzi. Contro le donne che sono capaci di ogni nefandezza. E poi a parlare di sesso tra i cattolici (e Uno Mattina e La Vita in Diretta) fai sempre centro.


Quindi tutto OK?

Non proprio:


Una volta tanto nelle lettere dei lettori non si usa il solito cerchiobottismo, tutte sulla stessa linea. E la difesa d'ufficio, affidata a Don Pallino, può essere sintetizzata in "sì ha detto una cazzata che manco Paolo Brosio, Don Fanzaga o Mons. Fisichella..."

Peggio ancora Adriano Sansa, vecchia scuola democristiana:
 

Quindi tutto OK, fine?
Nope No!

Sul sito online c'è Don Mazzi difende Berlusconi: voglio che la giustizia sia uguale per tutti dove il nostro esordisce con "Ho amici carissimi nella Magistratura" (non perdonati, non perdonabili).


Ho commentato anch'io, in ritardo che dal precedente erano passati due giorni. I commenti sono strettamente moderati, il mio non mi aspettavo di vederlo pubblicato. Invece stamattina ricevo una mail, questa:


Quindi, secondo me, caro Don Antonio non so se riuscirai a entrare nella Congregazione dell'Olgettina 2.0 ma forse sei sulla strada del martirio, come Don Gelmini, Don Verzè e tanti altri. Resisti.

Sì, avevo già parlato della cosa, qui: Don Mazzi paraculo.

Non so se è un caso ma in piemontese si dice "ai manca 'n giobia" che sarebbe "gli manca un giovedì", come nei commenti.

venerdì 28 marzo 2014

Bravo Ministro!


Uno (me, per dire) capita che si trova a leggere roba come quella lì nell'immagine sopra. OK, la qualità della foto è quella che è ma siamo o non siamo nel 2014? Ecco, guardate qui (pagina 15) e stupite.

Bravo Ministro Maurizio Martina del Mipaaf ma...


Visto questo? È del mangime per i maiali che poi va a finire sulle tavole degli italiani; per dire anche nei prosciutti Parma e San Daniele.
Siccome sono buono ti faccio anche l'ingrandimento, eccolo:


Visto?
Che cosa farai? Ma poi avremo ancora la possibilità di mangiare prosciutti e salumi e bere il latte italiano (sì, non è prodotto dai maiali ma non cambia niente, la stessa cosa).
Sì ho cancellato il nome del mangimificio ma sono tutti d'accordo. Prova e vedrai.

E i Coldiretti?
Ci possiamo fidare di loro?
O gli allevatori non dovrebbero essere i primi a denunciare il crimine?
Invece pare che comprano il mangime. Dovìè che devo andare a denunciarli? Esiste un modulo prestampato da compilare scrivendo solo  cognomi e nomi?

Poi, a dirla tutta, ma proprio tutta fino in fondo, ho sentito dire (bada ben che si dice il peccato, non il peccatore, nèh) che se vuoi il mais OGM c'è, la pianta mica si riconosce, ha lo stesso colore, forma, sapore, lo stesso tutto. E poi chi controlla?

Ministro Maurizio Martina del Mipaaf a volte a me verrebbe voglia di adottare lo slogan dei grillini. Certo, anche con Coldiretti. O sbaglio? Dove?

giovedì 27 marzo 2014

Condividere video di YouTube impostando tempo d'inizio (e un bug di Google)

 

In questo articolo si parlerà (anche) di un bug di YouTube, (che poi vedremo ripercuotersi su Google in generale"), che ho rilevato "approfondendo e testando" le riproduzioni video che dovrebbero partire da un preciso tempo di inizio preimpostato.

Per poterne parlare però è necessario prima rivedere le diverse modalità di condivisione dei video di YouTube, almeno per chi non ne ha molta dimestichezza. Quindi, se pensate di non aver bisogno di spiegazioni particolari, saltate pure ed andate direttamente alla parte dell'articolo che tratta del bug riscontrato.


Cominciamo:


La condivisione dei video di YouTube è una prassi quasi quotidiana, quindi non devo certo spiegarvi io come si fa. Però, magari non tutti sanno che esistono diverse modalità di condivisione:

E probabilmente non tutti sanno che è possibile condividere un video impostando un "tempo di inizio riproduzione" ben preciso.
Non vi è mai capitato di voler condividere di un video solo una parte, quella che si trova al tot minuto o secondo? Si, insomma, dire all'amico/conoscente di turno: "guardati questo video: la parte interessante però comincia a hh:mm:ss". Ecco, di questo parleremo, e di come farlo nelle diverse modalità di condivisione contemplate da YouTube.


Suggerimenti - 25


Perché il rapporto Nielsen sulla lettura deve farci paura

Protesta leghista: in gommone in Tunisia, ma... naufragano a Malta



Scientia Salon: a manifesto for 21st century intellectualism
un blog nuovissimo, altamente raccomandabile (imho)

Le responsabilità di chi si oppone al Golden Rice


Cosa cambierà dopo l’indipendenza veneta

E-Cat, Beatrice Mautino.

Tassa rifiuti, la maxi evasione dei palazzi vaticani
Papa Francesco?

10 consigli, non richiesti, su come seguire i figli nei compiti a casa e uno per gli insegnantiio sono completamente fuori gioco (da 50 anni!) ma mi sembrano assolutamente accettabili


Preludio all'XPocalypse


Ancora pochi giorni e finirà il supporto a Windows XP, la versione migliore di sempre, ancora usata da parecchi, compresa una mia giovane amica di cui vi racconterò tra breve.
Ma prima un paio di notizie per ambientare la storia che altrimenti non si capisce. Dovete sapere che tra i padagni locali "mai stato leghista nèh!" solo le ragazze possono andare a scuola da grandi, per dire anche all'università, per corsi di laurea non scientifici e inoltre per gli stessi padagni tutto quello che è nuovo è il male, specie i 'puters.


Allora ieri sera, quando già stavo per andare a letto, mi viene a trovare C. con una chiavetta USB. "Non riesco a aprire questo doc", naturalmente serviva per subito. In realtà il DOC era un DOCX ma il suo M$Word (ahemm, non troppo recente, ma quello ha) non lo riconosce.
Il prof. --sono iniziati i corsi del nuovo semestre-- ha pensato bene di dae un documento editabile, invece del solito PDF, bravo ma sapete, i padagni...
Con LibreOffice lo apro e lo salvo in formato Word 97, prima di subito. E, sono incorreggibile, lo so benissimo, mi viene da dire: "guarda che puoi installarlo anche sul tuo computer, è libero".


Smonto la chiavetta (noi linuxiani diciamo "smonto" per dire quello che le persone normali chiamano "rimuovi in sicurezza") la stacco e mi giro per riconsegnarla alla ragazza. Stava trafficando con l'aiFon, manco mi ha sentito.
Ma è una persona per bene, mi ha ringraziato e augurato la buona notte.

Tutto OK, che culo vivere nel migliore dei mondi possibili! (cit.).



Aggiornamento: grazie al commento di .mau. ho googlato "convertire docx in doc" e è venuta giù una valanga di risultati. Ne ho provati un paio con un testo finto (quello di questo post, senza immagini), con ottimi risultati. E il tutto in rete, senza bisogno di installare niente, con qualsiasi sistema operativo.
Molto 2.0, resta da vedere per documenti complessi (con immagini, con tabelle, con pasticci vari dentro, di quelli che io non riesco nemmeno immaginare neanche nei miei peggiori incubi (io sono per il txt, anche se Unicode, sapete gli accenti, l'umlaut (ma perché non si dice ümlaut, farebbe molto più doicc?))).
Però...
M$Word usa quel formato dal 2007 non è il caso di aggiornarsi? Trovarlo piratato non è impossibile (per i tradizionalisti) ma esistono alternative free, Libre Office, Open Office e altre ancora.

mercoledì 26 marzo 2014

Uno sfogo sui blogger


Oggi un post di quelli che non legge nessuno, uno sfogo, multiplo. Ma devo farlo, altrimenti --beh non riesco a immaginare l'alternativa.
Per cui portate pazienza, se del caso non leggetelo, non me la prendo, nèh! Tranne Giorgio e, se mi leggesse, Antonio, c'è in fondo una domanda per loro.

Ieri sono andato a Torino, anche se ancora con i postumi dell'influenza. E sul Sadem[1] avevo da leggere una cosa che m'ero stampato qualche giorno prima. Perché parlava di Java. Ah! un'altra cosa: citerò esempi di programmazione ma lo sproloquio il discorso è più generale e riguarda tutto l'universo[2].
Era un post di un perlista, intitolato "a me piace Java" che poi risultava una tirata unica, lunga due pagine fitte, scritte in piccolo. Ogni linguaggio ha le sue caratteristiche, i suoi punti di forza e le sue debolezze, bon, non è il caso, secondo me, di andare a ravanare a casa d'altri. A meno che... ma non m'interessa. E poi usava continuamente termini nerd-gergali (crank, grind, altri dimenticati) che da noi non sarebbero tollerati.
Ma citava un esempio che mi si è installato nella mente e mi ha perseguitato tutto il giorno, tanto che appena giunto a casa ne ho googlato. Ma di questo ne parlo in fondo.


Dev'esserci una qualche congiunzione strologika perché un mio vecchio[3] conoscente ultimamente posta continuamente su Quora, un forum über-pheego-assay, su cose che nessuno sa cosa sono[4].
Spiace perché tempo fa raccontava di roba interessante; poi ha cominciato a lamentarsi che del troppo tempo trascorso sulla Sadem per andare da casa sua a San Francisco (sì, dentro la città, non nella valle sottostante) e ha finito per cambiare lavoro e trasferirsi in un posto sperduto, in mezzo a lupi e orsi. Probabilmente, o forse no ma forse sì, starà cercando per cambiare nuovamente.


E quando si blogga in negativo a me non piace. E mi deprimo. Specie se sono sul Sadem, quelli nuovi che hanno i sedili rigidi.
E, già che ci sono: ma che razza di linguaggi di programmazione si usano ora? e nessuno cita più il Fortran se non per dire che non lo conosce?

Dai ragazzi: bloggate positivo!


Oh! là! l'ho detto, adesso mi sento meglio.
Tanto che appena ho tempo voglio dare un'occhiata alle cose tirate giù dalla googlata di ieri; non avete idea di cosa si trova nel Web. Per esempio una cosa che c'era sul Prime, il mio primo 'puter, ma su nessun altro (OK, cose simili, ma non quella): il como.
Giorgio & Antonio: non vi manca? Vero che non si usa più la riga di comando e che su Linux c'è tee ma la nostàlgia...

(sigh!)

[1] i vecchi dicono il Sadem, i giovani la Sadem.
[2] e altri posti (cit).
[3] non tanto, è un matematico non ancora trentenne.
[4] a parte lui.

Sì, cambiato lo stile delle note a piè pagina.

martedì 25 marzo 2014

Cinguettii - 2

Sono piaciuti i tweet della settimana scorsa?
Se sì allora
    eccone altri
altrimenti

    datemi una seconda possibilità!
(pensa te che ci programma i 'puter scrive spesso frasi simili)

Ma prima un fuori programma, troppo bello:


OK, non si capisce niente, nada, zilch, rien. Per fortuna Dora ci fornisce la traduzione:
La famiglia "Moinot" (pr. muanò) chiede cortesemente di non metter più semi nella loro cassetta delle lettere.
Il cognome Moinot "suona", nella pronuncia, come la parola   "moineau" che significa passero.
Grazie Dora!
       
The New York premiere of The Wizard of Oz, ca. 1939

There's a #FirstTweet for everything.

The stages of construction of the Eiffel Tower

Le dimensioni contano...


Ça s'est fait. Réservé Prix Nobel
Brussels - Bruxelles

Litigarono irrimediabilmente sul font da utilizzare

Life of a Tree (550-1891)

Jaws, 1975
in italiano Lo Squalo, successo clamoroso, anche se voi giovani...


Politicians discussing global warming

Fermo, Abramo! Non mi hai fatto finire la frase

La squadra di Istanbul #Galatasaray sfida la censura

GO HOME Aliens

Procura Trani apre inchiesta sul legame tra vaccini e autismo


lunedì 24 marzo 2014

Cose (di Scienza) dal Web #27


Ricerca scientifica: importante ruolo dei neuroni specchio nel ripristino di deficit motori

[...] I neuroni specchio sono una classe di neuroni che si attivano quando un soggetto compie un'azione, oppure quando un osservatore vede un’azione compiuta da altri. Un’altra proprietà fondamentale del cervello è la plasticità sinaptica, che consiste nella sua capacità di modificare le connessioni tra neuroni, instaurandone di nuove ed eliminandone altre, modificando la sua struttura e la sua funzionalità in base agli eventi a cui un soggetto assiste, permettendogli di adattarsi all’ambiente e di rispondere correttamente agli stimoli, anche nel lungo periodo. Osservare azioni compiute da altri attraverso meccanismi di plasticità cerebrale, può stimolare le aree motorie del cervello mantenendone la funzionalità anche durante un periodo di inattività. [...]

Twitter in Turchia (e non solo)


Alla fine ce l'ha fatta: il Silvio locale sta riuscendo a bloccare Twitter, successo praticamente totale: Turkey Heightens Twitter Censorship with Mandated IP Blocking.

Le storie circolate in questi giorni sono in parte non veritiere e in parte parziali, non tengono conto della gradualità della censura.

Pagherà? Riuscirà il despota locale a conservare il potere? Non lo so, da altre parti Twitter (e i social-cosi, importanti tutti) hanno avuto la meglio. Anche se poi la situazione è degenerata, non puoi farcela quando dio (attraverso i suoi rappresentanti locali) è contro di te. E il libertarismo senza limitismo è il male. Assoluto (per lui/loro).


Anche se ci sono segnali interessanti, per esempio: Emerging and Developing Nations Want Freedom on the Internet, Obama e i Silvios locali lo sanno; e lottano. Contro.

Questo post l'ho fatto senza sapere dove pubblicarlo: Al Tamburo Riparato o Ok, panico? Nel dubbio entrambi.

domenica 23 marzo 2014

Ancora sulle catene


Il "premio" ricevuto recentemente mi dà l'occasione per parlare delle famigerate "catene di sant'Antonio".

Innanzi tutto, perché si chiamano così? risponde Wikipedia
"Le catene di sant'Antonio traggono il proprio nome (nella lingua italiana) dal fenomeno che consisteva nell'inviare per posta lettere ad amici e conoscenti allo scopo di ottenere un aiuto ultraterreno in cambio di preghiere e devozione ai santi (Sant'Antonio è considerato uno dei santi oggetto di maggiore devozione popolare)."

 Ricordo che fin da bambina mi son trovata alle prese sia con quella ricordata qui da Wikipedia "Un tipo di catena di Sant'Antonio molto diffuso tra ragazzi negli anni settanta ed ottanta * del secolo scorso era quello di spedire una lettera ad un amico sulla quale erano riportati alcuni indirizzi di altre persone. L'amico, una volta ricevuta la lettera, avrebbe dovuto inviare una cartolina della sua città al primo degli indirizzi riportati ed una lettera identica a quella ricevuta ad un certo numero di persone di sua conoscenza, sulla quale avrebbe dovuto riscrivere l'elenco omettendo il primo indirizzo ed inserendo il proprio in fondo all'elenco. Ciò avrebbe dovuto consentire, dopo vari passaggi, di ricevere un gran numero di cartoline, in realtà era difficile che la catena in qualche modo non si rompesse." sia con una di tipo più "commerciale" che consisteva nell'inviare al primo dell'elenco (chi ci aveva inviato la lettera) un francobollo nuovo. (chissà, forse prima ancora chiedevano l'invio di una banconota da DVE LIRE!)

* anche negli anni '50 e '60!
ne ho avute tra le  mani di queste banconote, sissignori!
e anche di queste...

Devo spiegarvi che all'epoca e del resto fino a pochi anni fa, i francobolli (valori bollati) valevano esattamente come denaro e potevano essere cambiati dal tabaccaio ricevendo a cambio monete. Gli acquisti per posta potevano essere fatti inviando la somma "in francobolli", non esisteva ancora Paypal... Anche i gettoni telefonici venivano accettati nei negozi come moneta (100 lire, successivamente 200): c'è anche stato chi li accumulava, in attesa del cambio di tariffa che gli avrebbe fatto magari raddoppiare il capitale!


E chi, della mia età o poco più giovane, non ricorda il resto in caramelle? il valore delle stesse era ovviamente fissato arbitrariamente dal negoziante, alcuni ti davano una caramella invece della moneta da cinque lire, altri per la moneta da 10! e guai a protestare! ecco, in questo caso non era possibile fare il cambio, per esempio portare 10 caramelle e avere 50 o 100 lire...

Fatto sta che la mancanza cronica di monetine (si vociferava che la causa fossero le fabbriche di bottoni, che usavano le più piccole come "anima" di quelli di stoffa al posto di altro materiale più costoso, il che la dice lunga sul valore della ora tanto compianta lira...) portò alla diffusione dei cosidetti "miniassegni", mentre i gettoni telefonici vennero a poco a poco sostituiti con le macchinette a moneta -che non avevi mai in tasca, e quindi in rapida successione con quelle a scheda magnetica (non sono mai riuscita a usare una scheda per più di due telefonate, si smagnetizzavano subito...).




Ma torniamo a bomba, si parlava delle "catene".

Da qualche tempo, con l'avvento di Facebook, sono ritornate in auge: in fondo, non c'è nulla di più semplice di premere su "condividi", magari "taggare" questo o quello, per diffondere la foto della coccinella che ti porterà fortuna se la condividi entro tot minuti...



Poi ci sono quelle più simpatiche, con la scusa di fomentare l'arte figurativa o la musica.
Ma non tutte le catene nascono con intenti così innocenti.

Come ci ricorda la solita Wikipedia, esiste il Marketing Piramidale, di cui le catene di Sant'Antonio, quando create per scopi commerciali, fanno parte: "Il termine "piramidale" deriva dalla struttura formale in cui viene organizzata la vendita: la persona in cima alla piramide è la prima a vendere un bene o un servizio a un numero limitato di persone, le quali si incaricano di introdurre altre persone nella "piramide" a un livello successivo, con l'obiettivo di formare una nuova piramide sotto di sé e di ottenere i guadagni corrispondenti ai volumi di vendite prodotti dalla propria struttura."

Questo schema spiega quello che io ho già mostrato nel mio post: ad un certo punto si arriva a un numero spropositato di partecipanti! (anche contando le defezioni).





Pertanto, se qualcuno vi propone uno Schema Ponzi sicuramente vi vuole imbrogliare.
Ne sanno qualcosa tanti spagnoli (circa 300.000, si calcola, ma possono essere di più) che credendo nella possibilità di diventar ricchi senza fatica si affidarono alla truffa del Fórum Filatélico, che funzionava secondo  lo schema Ponzi.
"Prometía unas rentabilidades fijas, no dependientes de la evolución del mercado, y superiores a las de las inversiones tradicionales, alegando la supuesta revalorización de los sellos en que decía invertir el dinero de sus clientes. La evidente contradicción de que la revalorización de un bien tangible sea directamente proporcional a su escasez mientras que los sellos se compraban por millones no arredró a miles de inversores que confiaron sus ahorros a esta empresa y otras similares que resultaron ser estafas piramidales."   estafa=truffa



Quindi, amici, state in campana! o come credo si dica ora: OKKIO*!



* questa non me la perdono, ora Juhan avrà buon gioco con le sue K!






I robot aiutano o rubano il lavoro?

Quando ero giovane e mi stavo impratichendo del mio primo 'puter circolava il mantra "i robot aiutano gli umani a non lavorare". Pare, ed era confermata da locali, che fosse il modo corretto di tradurre dal cinese di Hong-Kong. Purtroppo sono passati più di 35 anni e non posso portare testimoni: Giorgio non era ancora arrivato, è troppo giovane.
OK, ci sarebbero altre storielle sull'argomento, uno dei nostri era davvero finito a programmare robot industriali, ma sto andando fuori tema.

L'altro giorno un amico (non trovo più il link, se me l'ha dato) mi dice che prossimamente il 40% dei lavori verrà svolto da robot. OK, quella percentuale è quella che mi sembra di ricordare ma probabilmente sarebbe meglio dire un gran numero e poi occorrerebbe anche precisare quel "prossimamente".

Però, ci sono anche altre cose, secondo me.
Parecchi lavori sono cambiati in modo drammatico, per esempio l'aratura del campo davanti casa. Nonna (la mia mamma si chiama così), l'altro giorno raccontava che quando lei era giovane per ararlo con l'aratro trainato da un cavallo occorrevano due persone e un giorno intero; oggi meno di un'ora. Forse posso ancora rincarare la cosa: da Nonna c'era il cavallo, dai miei solo due mule (notare che si tenevano le mule femmine perché i muli maschi erano precettati e in ogni momento lo stato poteva requisirli per scopi militari, avete idea del tempo che ci vuole a addestrare un mulo (indipendentemente dal genere)?).
D'altronde il numero di persone addette all'agricoltura (di sostentamento essenzialmente) era molto maggiore di quella odierna, io ricordo (ero ragazzino) i primi anni '60 quando c'è stato un cambiamento epocale, fabbriche dappertutto, e parenti che cambiavano improvvisamente lavoro e modo di vivere (quasi, si resta contadini come mentalità per un paio di generazioni).
Altro ricordo personale: un mio prozio (acquisito) raccontava la meraviglia del primo semaforo a Torino e la gente che andava a vederlo, incredula.

I robot --sembra che sono sempre più fuori tema, adesso l'AD mi da quattro, o peggio, non classificato-- comprendono anche il semaforo o la centralina telefonica che compone lei il numero, li abbiamo visti tutti i film 'mericani con l'operatrice carina ma ficcanaso. E poi via-via macchine sempre più performanti, ormai fanno tutto, cioè parecchio. E faranno sempre di più.
E gli umani?
Secondo me continueranno a esserci come controllori, controller come dicono a --atz! dimenticato il nome!

Anzi, tornando al personale: già mancano i controllori. Ecco un esempio preso dalle stalle di svezzamento dei maialini:


questa è una centralina che controlla la temperatura della stalla, adesso è vuota ma 0°C non è credibile, come minimo è starata;


quest'altra è così da almeno una decina d'anni, "boot" io lo tradurrei "avvio" e anche se fosse Windows a quest'ora sarebbe operativa --OK, vado a lavarmi i diti con il sapone e la smetto con l'umorismo linuxiano.
Ma sia i fratelli che l'elettricista, padagno DOC, non vogliono sentir ragioni. Ecco questi devono preoccuparsi dell'avvento dei robot. Almeno per imparare a ignorarli.

Per contro c'è chi ne approfitta fin da prima di subito: When robots help human journalists: “This post was created by an algorithm written by the author”.

Però...
Io ormai sono fuori, voi come la vedete la robocalypse?